mercoledì 27 aprile 2011

Habibi



Questa poesia è della mia carissima Carla P.
La trovo molto bella.
Anche a me Vittorio ha preso il cuore....


Habibì

Ora riposa,
Fratello

I tuoi sogni
Vivranno.

Cammineranno
Nei cuori
Degli Oppressi.

Canteranno
Con le voci
Di chi ti ha amato.

Suoneranno
Note di pace.

Parleranno
Di libertà .

Chiederanno
Giustizia.

Amicizia
Tra i popoli.

A Gaza
Hai donato
Un ideale
in cui credere.
Ora riposa,
Fratello.

I tuoi sogni viaggeranno
nei cuori di coloro
Che solo oggi
ti hanno conosciuto

Voleranno
Con la forza
del tuo coraggio.

Nascerà
un mondo
Senza bandiere
Né confini né stati.

Un mondo
Di Uomini.

Ora riposa, Vincitore

Vittorio, Vik

domenica 17 aprile 2011

Domenica delle Palme


GIORNI CATTIVI

Quando nell'ultima settimana

venne a Gerusalemme,

gli osanna gli risuonavano incontro,

dietro gli si affrettavano con rami.
,
Ma poi, giorni sempre più foschi e crudeli

da non raggiungere i cuori con l'amore

i sopraccigli corrugati a sprezzo,

ed ecco l'epilogo, la fine.
Con tutta la loro pesantezza di piombo

i cieli si coricarono sui cortili.


I farisei cercavano le prove

strisciandogli dinanzi come volpi.
E dalle cupe forze del tempio

fu dato in giudizio alla feccia,

e lo maledirono con quell'ardore

di quando prima lo esaltavano.
La folla, là d'intorno,

spiava dai portoni,

s'accalcava in attesa dell'esito

sospinta e risospinta.
E un bisbiglio si propagò lì vicino

e dicerie da molte parti.
E la fuga in Egitto e l'infanzia

già ricordavano come un sogno.
Ricordavano il pendio maestoso

del deserto e quel dirupo

da dove satana l'aveva tentato

con una potestà universale .
E il banchetto di nozze a Cana,

e la tavola attonita del miracolo,

e il mare su cui nella nebbia,

come su terra, era andato alla barca.
E l'affollarsi dei poveri nella capanna,

e la discesa con la candela nel sotterraneo

che a un tratto s'era spenta atterrita

quando il re suscitato si levò...

PASTERNÀK BORIS LEONIDOVIC

lunedì 11 aprile 2011

MEMORIA


È la memoria una distesa
di campi assopiti
e i ricordi in essa
chiomati di nebbia e di sole.

Respira
una pianura
rotta solo
dagli eguali ciuffi di sterpi:

in essa
unico albero verde
la mia serenità.

(Davide Maria Turoldo)