Ogni notte soldati ubriachi vengono a picchiarci
con bastoni e il mio corpo è nero di lividi
come un pezzo di legno bruciacchiato.
A volte ci gettano qualche carota cruda,
una barbabietola ed è una vergogna:
ci si batte per averne un pezzetto e perfino
qualche foglia.
L'altro giorno due ragazzi sono scappati,
allora ci hanno messo in fila e ogni quinto
della fila veniva fucilato...
lo non ero la quinta, ma so che non uscirò viva
da qui.
Dico addio a tutti, cara mamma, caro papà,
mie sorelle, miei fratelli, e piango...
(Dalla lettera di una giovane russa, Ljubka Sevstova,
scritta poco prima di essere fucilata)