mercoledì 8 maggio 2013

AFRICA



I Bambini che verranno,

si aspettano un mondo migliore

senza guerre

... senza razzismo,

senza prigionia.

Si aspettano un mondo

che li accolga nella Pace,

e nell’armonia

nella libertà

e nella speranza.



(Agnese Ginocchio)

domenica 5 maggio 2013

So che stai leggendo


So che stai leggendo tardi questa


poesia, prima di lasciare l' ufficio

con l'abbagliante lampada gialla e la finestra nel buio

nell'apatia di un fabbricato sbiadito nella quiete

dopo l'ora di traffico. So che stai leggendo questa poesia

in piedi nella libreria lontano dall'oceano

in un giorno grigio di primavera, fiocchi sparsi di neve

spinti attraverso enormi spazi di pianure intorno a te.

So che stai leggendo questa poesia

in una stanza dove tanto è accaduto che non puoi sopportare

dove i vestiti giacciono sul letto in cumuli stagnanti

e la valigia aperta parla di fughe

ma non puoi ancora partire. So che stai leggendo questa poesia

mentre il treno della metropolitana perde velocità e prima di salire

le scale

verso un nuovo tipo d'amore

che la vita non ti ha mai concesso.

So che stai leggendo questa poesia alla luce

del televisore dove immagini mute saltano e scivolano

mentre tu attendi le telenotizie sull'intifada.

So che stai leggendo questa poesia in una sala d'attesa

di occhi che s'incontrano sì e no, d'identità con estranei.

So che stai leggendo questa poesia sotto la luce al neon

nel tedio e nella stanchezza dei giovani fuori gioco,

che si mettono fuori gioco quando sono ancora troppo giovani.

So che stai leggendo questa poesia con una vista non più buona, le spesse lenti ingigantiscono queste lettere oltre ogni significato però continui a leggere perché anche l'alfabeto è prezioso.

So che stai leggendo questa poesia mentre vai e vieni accanto alla stufa

scaldando il latte, sulla spalla un bambino che piange, un libro

nella mano

poiché la vita è breve e anche tu hai sete.

So che stai leggendo questa poesia non scritta nella tua lingua

indovinando alcune parole mentre altre continui a leggerle

e voglio sapere quali siano queste parole.

So che stai leggendo questa poesia mentre ascolti qualcosa,

diviso fra rabbia e speranza

ricominciando a fare di nuovo il lavoro che non puoi rifiutare.

So che stai leggendo questa poesia perché non rimane

nient'altro da leggere

là dove sei atterrato, completamente nudo.



(Adrienne Rich)

(Il quadro è di Charles Perugini)

sabato 4 maggio 2013





Vengo dal vasto mare, dalle cime de' monti,

ma non conosco il luogo lontano dove sono nato.

Al triste uccello porto messaggi di Primavera,

... in fondo al suo nido riverso gelsomini d'argento.

Rotolo sopra l'erba, e allo stelo del tulipano m'avvinghio,

e colori e profumi gli spremo nell'intimo seno;

e, a che non si pieghi a mie carezze il suo gambo,

soavissimo e lieve mi abbraccio al colle del fiore.

E quando il Poeta lamenta il dolor dell'Amica

alitando a fiotti, mi mescolo ai suoi melodiosi sospiri.



Muhammad Iqbal (Sialkot, attuale Pakistan 1877 - Lahore 1938)