martedì 13 dicembre 2011

TI SCRIVO





Ti scrivo da vicino, come se la mano

ti fosse oggetto breve affiorato,

come se dalla strada ti arrivasse

la piccola certezza per l'acquisto

dei minuti seguenti. Da vicino

come il sole, come la cicala.

Come un silenzio pieno

che ti venisse agli occhi di mattina

e amarti fosse l'abito

scelto al cominciare del giorno.



(Pedro Tamen, da Scritto a memoria)

mercoledì 7 dicembre 2011

IO NON PRETENDO DI SAPERE




Io non pretendo di sapere cosa sia l’amore per tutti,

ma posso dirvi che cosa è per me:

l’amore è sapere tutto su qualcuno,

e avere la voglia di essere ancora con lui

più che con ogni altra persona.

L’amore è la fiducia di dirgli tutto su voi stessi,

compreso le cose che ci potrebbero far vergognare.

L’amore è sentirsi a proprio agio

e al sicuro con qualcuno,

ma ancor di più è sentirti cedere le gambe

quando quel qualcuno entra in una stanza e ti sorride.



(Albert Einstein)



giovedì 17 novembre 2011

SI FARA'



Si farà una gran fatica, qualcuno

direbbe che si muore - ma a quel punto

ogni cosa che poteva succedere

sarà successa e noi

davanti agli occhi non avremo

che la calma distesa del passato

da ripassare senza fretta

fermando ogni tanto l'immagine,

tornando un po' indietro, ogni tanto,

per capire meglio qualcosa,

per assaporare un volto, un vestito …

Sì, tutto in bianco e nero, se Dio vuole.

E tutto, anche le foglie che crescono,

anche i figli che nascono,

tutto, finalmente, senza futuro.

(Giovanni Raboni)


sabato 22 ottobre 2011

Prato

Nessuna paura

che mi calpestino.

Calpestata, l'erba

diventa un sentiero.



(Blaga Dimitrova)


martedì 11 ottobre 2011

Temporale


Passando, s'incontra all'improvviso qui la vecchia

quercia gigantesca, alce pietrificato dalla

chioma sconfinata sulla fortezza nero-verde

del mare di settembre.

Temporale del nord. È il tempo in cui maturano

grappoli di nespole. Vegliando al buio si sentono

scalpitare le costellazioni alle loro poste

in alto sopra l'albero.

(Tomas Tranströmert)

premio Nobel per la letteratura 2011
 

mercoledì 21 settembre 2011

Veder cadere le foglie



Veder cadere le foglie mi lacera dentro

soprattutto le foglie dei viali

Soprattutto se sono ippocastani

soprattutto se passano dei bimbi

soprattutto se il cielo è sereno

soprattutto se ho avuto, quel giorno,

una buona notizia

soprattutto se il cuore, quel giorno,

non mi fa male

soprattutto se credo, quel giorno,

che quella che amo mi ami

soprattutto se quel giorno

mi sento d'accordo

con gli uomini e con me stesso.

Veder cadere le foglie mi lacera dentro

soprattutto le foglie dei viali

dei viali d'ippocastani.

(N.Hikmet)

martedì 20 settembre 2011

L'ATTIMO

Non datemi nulla

di fisso, di stabile, di statico.

Non datemi l'infinito e l'eterno:

niente infinito,niente eternità.

Datemi il fermo, bianco fermento,

l'incandescenza e il gelo

del momento incarnato:

il momento, il vivo d'ogni mutamento

e rapidità e opposizione:

il momento, il presente immediato,

l'Adesso.

(Thomas S. Eliot)


giovedì 15 settembre 2011

CONOSCO BARCHE



Conosco delle barche

che restano nel porto per paura

che le correnti le trascinino via con troppa violenza.



Conosco delle barche che arrugginiscono in porto

per non aver mai rischiato una vela fuori.



Conosco delle barche che si dimenticano di partire

hanno paura del mare a furia di invecchiare

e le onde non le hanno mai portate altrove,

il loro viaggio è finito ancora prima di iniziare.



Conosco delle barche talmente incatenate

che hanno disimparato come liberarsi.



Conosco delle barche che restano ad ondeggiare

per essere veramente sicure di non capovolgersi.



Conosco delle barche che vanno in gruppo

ad affrontare il vento forte al di là della paura.



Conosco delle barche che si graffiano un po'

sulle rotte dell'oceano ove le porta il loro gioco.



Conosco delle barche

che non hanno mai smesso di uscire una volta ancora,

ogni giorno della loro vita

e che non hanno paura a volte di lanciarsi

fianco a fianco in avanti a rischio di affondare.



Conosco delle barche

che tornano in porto lacerate dappertutto,

ma più coraggiose e più forti.



Conosco delle barche straboccanti di sole

perché hanno condiviso anni meravigliosi.



Conosco delle barche

che tornano sempre quando hanno navigato.

Fino al loro ultimo giorno,

e sono pronte a spiegare le loro ali di giganti

perché hanno un cuore a misura di oceano



(Jacques Brel)

venerdì 19 agosto 2011

IL FICO

T'amo vecchio fico,


t'amo da quando

bambina

giocavo con le Tue foglie

e della Tua infruttuescenza

ne gustavo la spensieratezza

delle ore tarde del pomeriggio.

I tuoi frutti nascosti li conservo nel petto,

li conto come le ore del mio tempo.

A capo chino

mi genufletto a te

nell'ora del pianto

e in te mi ritrovo.

Lacrima di miele e sale,

ombra di luce

mia vita.





(della mia carissima Laura)

martedì 16 agosto 2011

L’ISOLA DEI TEMPI





Sto camminando

nel tempo dei ricordi.



Le ore passando

mi hanno deposto

delicatamente

sulla sponda

come un’errante

addormentato.

Tanti ricordi

ho trovato ad aspettarmi

alcuni col sorriso

altri col pianto,

ma tutti con amore.



Si gonfia il cuore!!



Intanto il tempo passa

senza sapere

quanto ancora

durerà la mia vita

e coloro che l’hanno colorata

con l’arcobaleno.

Strada facendo

getterò un po’ d’acqua,

anche una sola goccia

sopra la zolla

più arida e assetata,

anche una sola,

mi appoggerò alle ali

dell’angelo custode

che Dio mi manderà



e sarà bello

dove mi condurrà.


(Lia, mia dolcissima amica)







lunedì 1 agosto 2011

BAMBINI SULLA SPIAGGIA

I bambini s’incontrano


sulla spiaggia di mondi sconfinati.

Su di loro l’infinito cielo

è silenzioso, l’acqua s’increspa.

Con grida e danze s’incontrano

i bambini

sulla spiaggia di mondi sconfinati.

Fanno castelli di sabbia

e giocano con vuote conchiglie.

Con foglie secche intessono

barchette

e sorridenti le fanno galleggiare

sull’immensa distesa del mare.

(Tagore)
 

venerdì 15 luglio 2011

E una vita non basta

E una vita non basta:

ci sono uomini che non fanno in tempo,

altri che del proprio tempo sciupano

ogni istante.

E non basta una vita:

ci sono uomini che vivono

come scalassero una montagna,

altri che rotolano e non si sanno

fermare.

C’è chi vive misurando i passi,

valutando i percorsi…

Su quel filo teso ,che è la vita,

c’è chi guarda in basso

e chi oltre per spiccare il volo,

ma una vita non basta:

di rammarico e speranza,

di cose lasciate o perdute

e di sogni da inseguire

è fatta la vita!

E non basta mai.

Di parole taciute,

di occasioni mancate,

di affetti negati,

di slanci frenati,

di lacrime ingoiate,

di rancore covato,

di incontri sbagliati,

di attese tradite

è fatta la vita!

E non sempre basta

a colmare,

rimediare, risarcire…

E in ogni contrario troviamo

riparo e vigore,

perché non c’è gioia senza dolore,

ma una vita intera non basta,

perché sempre ci sorprende

la fine.

E presunta o vissuta

la vita ci abbandona

Poesia di Anna


domenica 3 luglio 2011

Desiderio di cose leggere

Giuncheto lieve biondo

come un campo di spighe

presso il lago celeste



e le case di un'isola lontana

color di vela

pronte a salpare -



Desiderio di cose leggere

nel cuore che pesa

come pietra

dentro una barca -



Ma giungerà una sera

a queste rive

l'anima liberata:

senza piegare i giunchi

senza muovere l'acqua o l'aria

salperà - con le case

dell'isola lontana,

per un'alta scogliera

di stelle -



(Antonia Pozzi, da Parole)


giovedì 30 giugno 2011

In attesa che l'amico torni

Tu non sai cosa sia la notte
sulla montagna
essere soli come la luna;
né come sia dolce il colloquio
e l’attesa di qualcuno
mentre il vento appena vibra
alla porta socchiusa della cella.

Tu non sai cosa sia il silenzio
né la gioia dell’usignolo
che canta, da solo nella notte;
quanto beata è la gratuità,
il non appartenersi
ed essere solo
ed essere di tutti
e nessuno lo sa o ti crede.

Tu non sai
come spunta una gemma
a primavera, e come un fiore
parla a un altro fiore
e come un sospiro
è udito dalle stelle.

E poi ancora il silenzio
e la vertigine dei pensieri,
e poi nessun pensiero
nella lunga notte,
ma solo gioia
pienezza di gioia
d’abbracciare la terra intera;
e di pregare e cantare
ma dentro, in silenzio.

Tu non sai questa voglia
di danzare
solo nella notte
dentro la chiesa,
tua nave sul mare.
E la quiete dell’anima
e la discesa nelle profondità,
e sentirti morire
di gioia
nella notte.

(David Maria Turoldo)


giovedì 23 giugno 2011

Vicenda d'acque (da Parole)


La mia vita era come una cascata
inarcata nel vuoto;
la mia vita era tutta incoronata
di schiumate e di spruzzi.
Gridava la follia d’inabissarsi
in profondità cieca;
rombava la tortura di donarsi,
in veemente canto,
in offerta ruggente,
al vorace mistero del silenzio.


Ed ora la mia vita è come un lago
scavato nella roccia;
l’urlo della caduta è solo un vago
mormorio, dal profondo.
Oh, lascia ch’io m’allarghi in blandi cerchi
di glauca dolcezza:
lascia ch’io mi riposi dei soverchi
balzi e ch’io taccia, infine:
poi che una culla e un’eco
ho trovate nel vuoto e nel silenzio.

(Antonia Pozzi)

lunedì 13 giugno 2011

Girovago


In nessuna
parte
di terra
mi posso
accasare

A ogni
nuovo
clima
che incontro
mi trovo
languente
che
una volta
già gli ero stato
assuefatto

E me ne stacco sempre
straniero

Nascendo
tornato da epoche troppo
vissute

Godere un solo
minuto di vita
iniziale

Cerco un paese
innocente

(Giuseppe Ungaretti)

martedì 7 giugno 2011

Vai al tuo cuore

Vai al tuo cuore infranto.
Se pensi di non averne uno, procuratelo.
Per procurartelo, sii sincero.
Impara la sincerità di intenti lasciando
entrare la vita, perché non puoi, davvero,
fare altrimenti.
Anche mentre cerchi di scappare, lascia che ti prenda
e ti laceri
come una lettera spedita
come una sentenza all’inferno
che hai aspettato per tutta la vita
anche se non hai commesso nulla.
Lascia che ti spedisca.
Lascia che ti infranga, cuore.
L’avere il cuore infranto è l’inizio
di ogni vera accoglienza.
L’orecchio dell’umiltà ascolta oltre i cancelli.
Vedi i cancelli che si aprono.
Senti le tue mani sui tuoi fianchi,
la tua bocca che si apre come un utero
dando alla vita la tua voce per la prima volta.
Vai cantando volteggiando nella gloria
di essere estaticamente semplice.
Scrivi la poesia.

(Jack Hirschman)

sabato 4 giugno 2011

Che ne dici?

E se fossimo due eterne rette
della geometria proiettiva,
dove non esistono parallele ?
In un punto noi saremmo costretti
a incontrarci prima o poi. Che ne dici ?

Quel punto forse è l’occhio di Dio.

(di Versicoli)

martedì 31 maggio 2011

Tu dici



"Tu dici che ami i fiori e tagli loro il gambo,
tu dici che ami i cani e metti loro il guinzaglio,
tu dici che ami gli uccellini e li metti in gabbia,
tu dici che mi ami,
allora io ho paura."

(Jean Cocteau)

mercoledì 25 maggio 2011

Sassolini

Una mia carissima amica mi ha scritto di aver partecipato al Concorso letterario indetto dalla Onlus Africadegna, la Comunità La Collina e l'associazione Oltre le
sbarre il cui tema era: I sassolini della speranza...per ritrovare il sentiero.
La sua deliziosa poesia ha vinto il terzo premio.....
Anche io la premio per la sensibilità e l'amore che dimostra in tutte le sue cose...




Stanno lì…

Senza rabbia né dolore

Stanno lì…

Sole Pioggia Vento

Stanno lì…

Qualcuno li raccoglie

Ascolta…

Silenzi di speranza

Musiche di sogni dimenticati

Parole che parlano la tua lingua, Natura

Per ritrovare il sentiero dell’Umanità.

(Carla)

martedì 17 maggio 2011

Credo in te amico



Credo nel tuo sorriso,
finestra aperta nel tuo essere.
Credo nel tuo sguardo,
specchio della tua onestà.
Credo nella tua mano,
sempre tesa per dare.
Credo nel tuo abbraccio,
accoglienza sincera del tuo cuore.
Credo nella tua parola,
espressione di quello che ami e speri.
Credo in te amico,
così, semplicemente,
nell’eloquenza del silenzio.

(Elena Oshiro)

mercoledì 4 maggio 2011

CAPITANO! MIO CAPITANO!



O Capitano! mio Capitano! il nostro viaggio tremendo è finito,
La nave ha superato ogni tempesta, l'ambito premio è vinto,
Il porto è vicino, odo le campane, il popolo è esultante,

Gli occhi seguono la solida chiglia, l'audace e altero vascello;
Ma o cuore! cuore! cuore!
O rosse gocce sanguinanti sul ponte
Dove è disteso il mio Capitano
Caduto morto, freddato.

O Capitano! mio Capitano! àlzati e ascolta le campane; àlzati,
Svetta per te la bandiera, trilla per te la tromba, per te
I mazzi di fiori, le ghirlande coi nastri, le rive nere di folla,
Chiamano te, le masse ondeggianti, i volti fissi impazienti,
Qua Capitano! padre amato!
Questo braccio sotto il tuo capo!
É un puro sogno che sul ponte
Cadesti morto, freddato.

Ma non risponde il mio Capitano, immobili e bianche le sue labbra,
Mio padre non sente il mio braccio, non ha più polso e volere;
La nave è ancorata sana e salva, il viaggio è finito,
Torna dal viaggio tremendo col premio vinto la nave;
Rive esultate, e voi squillate, campane!
Io con passo angosciato cammino sul ponte
Dove è disteso il mio Capitano
Caduto morto, freddato.

WALT WHITMAN (1865)

domenica 1 maggio 2011

Il lavoro


Ma noi abbiamo rovinato, o Signore,
il lavoro umano.
Abbiamo sciupato il mistero della creazione.
Questa sera, o Signore,
Ti offro il lungo grido di ribellione
degli uomini, schiavi del lavoro.
Ti offro l'umiliazione e la pena di ognuno,
Ti offro la lotta di tutti,
Ti offro i bastonati, gl'imprigionati,
i mitragliati, gli uccisi,
A quell'esercito di lavoratori che lottano
con l'arma della sofferenza
perché siano liberi i loro fratelli.
Signore, illuminali con la Tua luce;
siano lucidi nel conflitto,
siano giusti nella lotta,
siano generosi nel dono.
Purifica il loro cuore, affinché si battano per amore
e tutti, liberi e fieri,
possano offrire al Padre alla fine dei tempi
il Paradiso
che con Te avranno costruito con le loro mani

(Michel Quoist)

mercoledì 27 aprile 2011

Habibi



Questa poesia è della mia carissima Carla P.
La trovo molto bella.
Anche a me Vittorio ha preso il cuore....


Habibì

Ora riposa,
Fratello

I tuoi sogni
Vivranno.

Cammineranno
Nei cuori
Degli Oppressi.

Canteranno
Con le voci
Di chi ti ha amato.

Suoneranno
Note di pace.

Parleranno
Di libertà .

Chiederanno
Giustizia.

Amicizia
Tra i popoli.

A Gaza
Hai donato
Un ideale
in cui credere.
Ora riposa,
Fratello.

I tuoi sogni viaggeranno
nei cuori di coloro
Che solo oggi
ti hanno conosciuto

Voleranno
Con la forza
del tuo coraggio.

Nascerà
un mondo
Senza bandiere
Né confini né stati.

Un mondo
Di Uomini.

Ora riposa, Vincitore

Vittorio, Vik

domenica 17 aprile 2011

Domenica delle Palme


GIORNI CATTIVI

Quando nell'ultima settimana

venne a Gerusalemme,

gli osanna gli risuonavano incontro,

dietro gli si affrettavano con rami.
,
Ma poi, giorni sempre più foschi e crudeli

da non raggiungere i cuori con l'amore

i sopraccigli corrugati a sprezzo,

ed ecco l'epilogo, la fine.
Con tutta la loro pesantezza di piombo

i cieli si coricarono sui cortili.


I farisei cercavano le prove

strisciandogli dinanzi come volpi.
E dalle cupe forze del tempio

fu dato in giudizio alla feccia,

e lo maledirono con quell'ardore

di quando prima lo esaltavano.
La folla, là d'intorno,

spiava dai portoni,

s'accalcava in attesa dell'esito

sospinta e risospinta.
E un bisbiglio si propagò lì vicino

e dicerie da molte parti.
E la fuga in Egitto e l'infanzia

già ricordavano come un sogno.
Ricordavano il pendio maestoso

del deserto e quel dirupo

da dove satana l'aveva tentato

con una potestà universale .
E il banchetto di nozze a Cana,

e la tavola attonita del miracolo,

e il mare su cui nella nebbia,

come su terra, era andato alla barca.
E l'affollarsi dei poveri nella capanna,

e la discesa con la candela nel sotterraneo

che a un tratto s'era spenta atterrita

quando il re suscitato si levò...

PASTERNÀK BORIS LEONIDOVIC

lunedì 11 aprile 2011

MEMORIA


È la memoria una distesa
di campi assopiti
e i ricordi in essa
chiomati di nebbia e di sole.

Respira
una pianura
rotta solo
dagli eguali ciuffi di sterpi:

in essa
unico albero verde
la mia serenità.

(Davide Maria Turoldo)

venerdì 11 marzo 2011

Ama




Ama
saluta la gente
dona
perdona
ama ancora e saluta.

Dai la mano
aiuta
comprendi
dimentica
e ricorda
solo il bene.

E del bene degli altri
godi e fai godere.

Godi del nulle che hai
del poco che basta
giorno dopo giorno:
e pure quel poco
–se necessario-
dividi.

E vai, vai leggero
dietro il vento
e il sole
e canta.
vai di paese in paese
e saluta tutti
il nero, l’olivastro
e perfino il bianco.

Canta il sogno
del mondo
che tutti i paesi
si contendano
di averti generato.

(Davide Maria Turoldo)

domenica 6 marzo 2011

Vibrazioni



“Non cade una foglia
Ne’ silente respiro di un bimbo che dorme
Ne’ lacrima di madre
O lieve sommesso affanno
E ne’ goccia di rugiada che torna al cielo
Niente di questo accade
Senza che l’intero universo abbia un fremito
Anche per una sola di queste cose
Il mondo……vibra”

(Marghian)

Vorrei essere il vento



Vorrei essere il vento,
e vorrei essere la roccia
sferzata dal vento.
Vorrei essere l’aria,
le nuvole,
il mare,
e campi di grano
inondati di sole.
Vorrei essere neve.
E fresca rugiada.
E un ramo coperto
di gelida brina.
Vorrei essere l’erba,
le spighe dorate,
e poi ogni fiore
di ogni colore.
Vorrei essere tutto.
Lo vorrei così tanto,
che forse
già lo sono.
GW

mercoledì 23 febbraio 2011

PIOGGIA



Ad ogni ora
il silenzio parla
con voce diversa

ad ogni ora
le ombre segrete
m’avvolgono diverse

ad ogni ora
la pioggia notturna
aggiunge un suo
splendore al selciato

gocce che scoppiano
si spaccano

e poi

sciolte si sommergono
in silenzio

(Ute Margaret Staine)

Se tu mi guardi



Se tu mi guardi con i tuoi occhi
dai quali mi viene incontro la tenerezza
e se io guardandoti con i miei occhi
ti faccio spazio dentro di me,
in questo incrocio di sguardi
che riassume milioni di attimi e di parole,
in questo scambio silenzioso
che per entrambi è guardare e lasciarsi guardare,
in questo penetrare l’uno nell’altro
nel tempo con benevolenza,
ci è dato tessere la reciprocità di questo amore
e forse la gratuità.

(Pablo Neruda)

domenica 20 febbraio 2011

L'allegria


(Robert Delaunay - Ritmo)

E improvvisa, inattesa,
fortuita, l'allegria.
Da sola, perché volle,
è venuta. Così verticale,
così grazia insperata
così dono a sorpresa,
che non posso credere
che sia per me.
Mi guardo intorno,
cerco. Di chi sarà?

.....

Ma non importa, ormai.
Sta con me, mi trascina.
Mi sradica dal dubbio.
Sorride, possibile;
prende forma di baci,
di braccia, verso di me;
finge d'esser mia.
Andrò, andrò da lei
ad amarci, a vivere
tremando di futuro,
a sentirla veloce,
secondi, secoli, eternità,
niente. E l'amerò
tanto, che quando verrà
qualcuno
- e non lo si vedrà,
non si potranno udire i suoi
passi - a richiederla
(è il suo padrone, era sua),
quando la condurranno,
docile, al suo destino,
lei si volterà indietro
a guardarmi.
E vedrò
che ora è mia, finalmente.

(Pedro Salinas)

lunedì 7 febbraio 2011

Lo splendido violino verde



E' tanto che non ti scrivo. Non ho tue notizie.
Ma sempre
spero che un giorno o l'altro tu possa tornare
nella città che hai cantato.
Come stupide navi si dissolvono gli anni.
Io recito al Wolker. Sono serena. Il passato
lo tengo lontano, sui margini, come un intruso.
C'è solo un filo di ignobile malinconia,
che trapela talvolta di sotto una porta,
ma io riesco a tagliarlo, fingendomi ottusa
e decrepita come una mummia di Strindberg.
La primavera ha inondato di bionde forsythie
la piccola casa in cui vivo, in cui studio le parti.
Com'è duro parlarsi a distanza,
quando l'armadio del cuore
vorrebbe aprirsi in un fiotto di chiacchiere.
Eppure vedrai, se verrai: dopo secoli
non avremo che dirci, vi sarà solo un attònito,
goffo, appallottolato, bruciante silenzio.

(Angelo Maria Ripellino)

venerdì 14 gennaio 2011

Haiti


Ci vorrà l’eruzione del vulcano perché cessi la danza
la montagna e le sue ceneri scarlatte per inghiottire
i castelli dell’incoscienza
il fiume e le sue lave di fuoco per cacciare la puzza in cui
la negraglia brulica come vermi
il griot ritornato alle fonti africane
parla di un paese in tre pezzi
Haiti della pirateria
Haiti della buffoneria
Haiti della tragedia
tra la testa d’oro del mostro
e le sue gambe che la cancrena imputridisce
queste vaste terre incolte queste no man’s land
di cui una delle frontiere raggiunge le cime ghiacciate
del disprezzo
e l’altra vicina al cratere da cui scaturiscono le
alte fiamme della collera
ci vorrà l’esplosione del vulcano perché cessi la danza
salvo sul mare
di fronte alla massa bianca del palazzo seduto sulle zampe
in mezzo a flutti verdi che lambiscono i piedi del
grande scalone semicircolare
libertà vestita di stracci
libertà nuda
il popolo ha conquistato la parola e le strade
io ho vissuto per questo giorno in cui m’immergo
nel mio popolo
come nei flutti verdi della mia infanzia
la foce dell’adolescenza la cui corrente mi trascina
al mare

Paul Laraque, poeta haitiano

sabato 8 gennaio 2011

Pioggia


La pioggia mi riporta
i pezzi dispersi
degli amici, spinge in basso i voli
troppo alti, dà lentezza alle fughe e chiude
al di qua delle finestre
finalmente
il tempo.
(Patrizia Cavalli)